INTRODUZIONE

Domande

Chi era Gesù? Uno degli esseri umani più importanti della Storia? Il fondatore del cristianesimo? Un messia o un redentore inviato da Dio per liberare l’umanità dai suoi peccati? Quali erano i suoi insegnamenti? Le nostre conoscenze su Gesù si limitano a quello che ne dice la Bibbia? Cosa possiamo imparare dalla ricerca storica moderna sulle azioni e gli insegnamenti di Gesù? C’erano altri maestri spirituali in India, i cui insegnamenti somigliavano a quelli di Gesù? In questo caso, quale luce potevano portare all’insegnamento di Gesù?

Dopo la scoperta di molti antichi documenti nel deserto del Sinai e vicino al Mar Morto, ma anche grazie ai metodi moderni di analisi testuale da parte di eruditi liberi da pregiudizi istituzionali, la maggior parte degli studiosi della Bibbia è d’accordo nel dire che i libri del Nuovo Testamento e della Bibbia comportano molti piani di autenticità:

• Quello che rappresenta probabilmente le vere parole di Gesù citate nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca, ma scritte molti decenni più tardi.

• Quello che rappresenta probabilmente delle interpolazioni, parole attribuite a Gesù da parte di fonti sconosciute.

• Quello che altri hanno detto a proposito di Gesù o dei suoi insegnamenti, per esempio Paolo nelle sue lettere, che costituiscono una parte importante del Nuovo Testamento, e che sono servite come base dogmatica alla Chiesa primitiva.

All’interno del cristianesimo stesso e nella comprensione popolare di Gesù e del suo insegnamento, fino a che punto queste interpolazioni e il dogma degli inizi della Chiesa hanno deformato o velato le vere parole e i veri insegnamenti di Gesù? Le parole conosciute di Gesù, cosa dicono di lui e dei suoi insegnamenti? Cosa non dicono? E’ necessario rispondere a queste domande se si vogliono confrontare gli insegnamenti di Gesù con quelli degli gnostici e degli altri mistici, come gli yoga siddha. Alcuni tentativi come The Sermon on the Mount According to Vedanta di Swami Prabhavananda e The Second Coming of Christ di Paramahansa Yogananda, hanno cercato di stabilire dei confronti col dogma del cristianesimo riflesso nella versione della Bibbia di re Giacomo. Non hanno tenuto conto del lavoro degli storici che hanno rilevato numerose inesattezze in questa versione inglese della Bibbia in rapporto al greco originale. Non hanno preso in considerazione tutte le scoperte della ricerca storica moderna. Yogananda ha interpretato il personaggio di Gesù facendo la distinzione tra Gesù come persona e Cristo, lo stato di coscienza che aveva raggiunto. L’essenziale della sua interpretazione si basa sulle parole che Gesù avrebbe detto, per esempio, le affermazioni “Io sono” nel Vangelo di Giovanni, considerate oggi dalla maggior parte degli specialisti come interpolazioni e parole che Gesù non ha mai detto. Questa opera presenta un confronto tra gli insegnamenti degli yoga siddha e ciò che, degli insegnamenti di Gesù, è considerato come il più autentico, basandosi sui risultati della ricerca storica moderna.

Peraltro, altri hanno tentato di confrontare gli atti di Gesù con quelli di altri santi, profeti e saggi. Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che Gesù sia andato in India o nel Tibet, dove sarebbe stato iniziato alle tradizioni sacre del posto. Holgen Kersten, per esempio, nel suo libro Jesus Lived in India, ritiene senza molte prove che Gesù sia non solo andato in India prima della sua crocifissione, ma che ci sia tornato e che sia morto nel Cachemire. Ne concluse che in verità, non si sa niente.

Come vedremo, gli storici si trovano generalmente d’accordo su quello che Gesù ha insegnato, ma la storia dice veramente poco su quello che Gesù ha veramente fatto. Non ci sono documenti sui così detti anni perduti di Gesù tra gli avvenimenti del tempio di Gerusalemme, all’età di dodici anni, quando si intrattenne con gli scribi e i farisei, e il suo arrivo, all’età di 30 anni, quando cominciò la sua missione presso il Mare di Galilea.. Di conseguenza occorre cercare altrove le influenze che hanno trasformato Gesù, il figlio del falegname di Nazareth, nel Messia o salvatore del popolo giudeo, e in Cristo, venerato da allora da di milioni di individui.

Altre fonti, tuttavia, mettono in luce gli atti, le parole e l’insegnamento di Gesù. Le troviamo tra gli scritti degli gnostici scoperti a Nag Hammadi, nel Sinai nel 1945, quelli degli Esseni, scoperti a Qumram nel 1948, e migliaia di manoscritti antichi. Questi documenti tracciano di nuovo lo sviluppo degli inizi del cristianesimo e testimoniano le sue divisioni.

Molti specialisti hanno studiato gli yoga siddha dell’India: Eliade, Briggs, Zvelebil, Ganapathy, White, Govindan e Feuerstein in particolare. Una edizione critica dell’opera del più importante tra gli yoga siddha tamil, il Tirumandiram, del Siddha Tirumular (scritto tra il II° secolo avanti Cristo e il IV° secolo dell’era comune), è stato pubblicato dall’erudito tamil Suba Annamalai nel 2000, a partire dai tredici manoscritti esistenti. Una nuova traduzione inglese con commento del Tirumandiram è in corso sotto la direzione del Dr. T.N. Ganapathy. Più di recente, il Centro di Ricerche degli Yoga Siddha a Chennai in India, ha pubblicato una serie di libri che presentano per la prima volta la traduzione e i commenti degli yoga siddha o yogi perfetti dell’India del Sud, che erano contemporanei di Gesù. I loro insegnamenti e i loro poteri miracolosi erano notevolmente simili a quelli di Gesù. In questo modo è possibile stabilire un confronto affascinante tra gli insegnamenti e i miracoli di Gesù e quelli degli yoga siddha.

Fino a poco tempo fa, gli scritti degli yoga siddha dell’India del Sud sono stati praticamente ignorati. Le istituzioni ortodosse non li hanno ben preservati in quanto essi condannavano severamente il sistema delle caste. I bramini monopolizzavano la vita religiosa dell’India, accordando una importanza troppo grande al culto nei templi e ai testi sacri. I siddha scrivevano nella lingua vernacolare del popolo piuttosto che in sanscrito. La conoscenza di questa lingua era riservata quasi esclusivamente alla casta dei bramini di cui sacerdoti e eruditi dominavano il sistema religioso ed educativo. I siddha condannavano il monopolio dei bramini e insegnavano che il Signore poteva essere conosciuto solo con lo jnana yoga, la saggezza tratta dalla conoscenza di sé, la meditazione e altre pratiche spirituali, in particolare il kundalini yoga. Per reazione, molti bramini hanno reagito bruciando gli scritti dei siddha, influenzando l’opinione popolare contro di loro e trattandoli con disprezzo. I siddha hanno scritto in quella che viene chiamata lingua crepuscolare, cioè un linguaggio che, tranne che per gli iniziati dello yoga che ne conoscono il senso profondo, era incomprensibile per gli altri. Una serie di libri prodotti da una équipe di specialisti che lavorano per il Centro di Ricerche degli Yoga Siddha a Chennai, ha recentemente cominciato a colmare questa lacuna nella conoscenza degli scritti dei siddha. Il Centro ha raccolto, preservato, trascritto e cominciato a tradurre migliaia di manoscritti redatti su foglie di palma dagli yoga siddha che erano stati quasi dimenticati tra la moltitudine di manoscritti nelle biblioteche dell’India del Sud.


Somiglianze importanti

Anche un confronto superficiale tra gli insegnamenti di Gesù e dei siddha rivela molte somiglianze sorprendenti:

• Gesù insegnava con parabole, metafore, paradossi e parodie. Trasmetteva i suoi insegnamenti in modo che anche un pubblico illetterato li comprendesse facilmente. Era un iconoclasta che cercava di ispirare il suo pubblico a comprendere la legge dei giudei e i rituali non solo allla lettera ma anche nello spirito. Gli yoga siddha insegnavano con poemi, nella lingua vernacolare degli illetterati in modo che questi potessero comprendere con facilità, memorizzare e ricordare. L’insegnamento di Gesù, come quello dei siddha, comportava molti livelli di significato. Il significato più profondo era accessibile solo all’iniziato, chi aveva appreso da un maestro spirituale il modo di accedere alla realtà interiore con pratiche come la meditazione e il silenzio.

• Gesù condannava severamente i farisei e i mercanti del tempio; attaccò proprio fisicamente le loro botteghe. Quando i farisei gli chiesero di quale autorità parlava, rispose: “Demolirò questo tempio e in tre giorni lo ricostruirò!” La sua resurrezione prova che aveva ragione e che il vero tempio si trova nell’interiorità.

Anche gli yoga siddha condannavano l’enfasi messa sul culto degli idoli nel tempio. Da nessuna parte, nei loro scritti è indicato che cantassero le lodi delle divinità popolari indù o che adorassero le immagini di Dio. Insegnavano che il corpo umano è il vero tempio di Dio e che solo con un processo di purificazione interiore è possibile riuscire a conoscere il Signore.

• Né Gesù né i siddha avevano intenzione di creare una nuova religione. Insegnavano che Dio è presente nel mondo e il modo di realizzarlo consisteva nella autodisciplina e nella coscienza di sé, come anche nel nostro rapporto con gli altri.

• Gesù insegnava il perdono dei peccati o delle trasgressioni. Questo messaggio è illustrato in una delle sue parabole più importanti, quella del figliol prodigo.

I siddha insegnavano il modo di staccarsi dalla influenza dei samskaras (tendenze subcoscienti), che fanno riferimento al karma (le conseguenze delle azioni, delle parole e dei pensieri). A un livello più profondo di conoscenza, il perdono e l’equanimità sono sinonimi ed entrambi sono fondamentali nell’insegnamento di Gesù e dei siddha come Patanjali.

• Gesù si riferiva a sé stesso sempre con modestia come al figlio dell’uomo, ma più tardi gli autori dei Vangeli, come Paolo, si riferiscono a lui come al figlio di Dio.

I siddha facevano una distinzione tra il sé inferiore, cioè il corpo-mente-personalità raggruppati nel concetto di egoismo (asmita), basato sull’ignoranza del nostro Sé superiore (avidya), e il Sé superiore stesso, la coscienza pura incarnata come anima individuale, ma limitata da tutte le imperfezioni.

• In quella che è considerata dagli specialisti la parte più autentica del Nuovo Testamento, i tre vangeli sinottici di Marco, Matteo e Luca, Gesù parla molto poco di sé stesso e anche in questo caso, molto modestamente.

Anche i siddha dicevano poco di sé stessi nei loro scritti. Parlavano di liberarsi dall’ignoranza, dall’egoismo e dall’illusione. Di conseguenza gioivano di una coscienza allargata e divennero gli strumenti del Divino.

• Gesù insegnava non soltanto che il Signore, che chiamava Padre, esiste, ma che vi ama. Insegnava anche che per conoscerlo occorre vincere l’egoismo e l’attaccamento alle cose del mondo.

Anche i siddha insegnavano che con un processo progressivo di studio di sé, di disciplina e di purificazione, è possibile raggiungere il Signore. Non lo temevano, lo amavano. Per loro Dio era Amore e l’Amore era Dio. L’abbandono di sé al Signore era il mezzo della loro progressiva trasformazione. Essi raggiunsero in sé stessi il Signore come Essere assoluto, Coscienza e Beatitudine.

• Gesù ripeteva continuamente che il Regno dei cieli si trovava nell’interiorità. Il tema degli insegnamenti di Gesù nei vangeli sinottici e nel Vangelo di San Tommaso è il Regno dei Cieli. Ma nelle Lettere di Paolo e nel Vangelo di Giovanni che, secondo la grande maggioranza degli specialisti di buona reputazione, contengono solo interpolazioni (parole messe in bocca a Gesù da parte di fonti sconosciute), il tema diventa Gesù stesso, la sua missione e il suo personaggio.

I siddha insegnavano costantemente che bisognava trovare il Signore nell’interiorità, come Essere, Coscienza e Beatitudine assoluti, e che il solo modo di raggiungere questo stato si realizzava con lo sviluppo del samadhi (coscienza Divina). Non si tratta di una creazione mentale. E’ piuttosto la realizzazione del Testimone Divino all’interno e la cultura della vita divina, dal punto di vista della coscienza di Dio. Essi insegnavano che, contrariamente alla nostra anima, il Signore non è afflitto dai desideri e dal karma. Poiché si erano unificati col tutto, i siddha non desideravano essere persone speciali. I siddha parlavano raramente della loro persona. Scoraggiavano il culto della personalità e valorizzavano piuttosto la Realtà onnipresente in essi.

• Gesù impiega la metafora della luce per rappresentare la coscienza della sua vera identità: “La lampada del tuo corpo è l’occhio. Quando il tuo occhio è sano, il tuo corpo intero è nella luce; ma se il tuo occhio è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre.” (Luca 11.34). I siddha si riferivano all’Essere Supremo come alla luce che pervade tutto o come la luce della grazia suprema. Per loro, l’Essere Supremo era Shiva Shakti (l’energia cosciente). Insegnavano che possiamo realizzarla in noi come energia della kundalini divina e sublime all’interno del corpo sottile.

• Si dice che Gesù si innalzò al cielo 40 giorni dopo la sua resurrezione. Durante questi 40 giorni è apparso ai suoi discepoli. Tommaso, lo scettico, ha verificato personalmente la natura del suo corpo, toccando con le sue mani. Il corpo di Gesù non era stato inumato. I siddha cantavano continuamente il loro assoluto abbandono al Signore, che si estendeva fino alle cellule del loro corpo fisico e questo portava all’immortalità.

• Si dice che Gesù si era opposto a quelli che dirigevano il tempio fondato da Davide a Gerusalemme: i sacerdoti e i farisei, e da questi fu crocifisso. Lo consideravano una minaccia ai loro privilegi. Gesù voleva liberare gli ebrei non dai Romani ma dall’ignoranza spirituale, dalla paura e dal dominio dei sacerdoti. Insegnava loro con le parabole e con le pratiche esoteriche, iniziò i suoi discepoli eletti a conoscere Dio rivolgendosi all’interiorità.

Fino ai nostri giorni i siddha si sono opposti ai diritti acquisiti dell’induismo dei bramini che controllano e templi e che servono da intermediari tra le persone comuni e gli dei del panteon indu. I bramini che temevano per la loro popolarità presso le masse, li condannavano e li mettevano in ridicolo come operatori di miracoli e come fachiri. I siddha e gli altri adepti dello yoga iniziano i loro studenti più qualificati alle pratiche esoteriche del kundalini yoga e della meditazione.

• Gesù insisteva sull’amore e sull’esperienza interiore o la comunione con Dio piuttosto che sulla legge dell’Antico Testamento.

I siddha hanno rifiutato i testi vedici che enfatizzavano il sacrificio del fuoco e i rituali esteriori. Essi valorizzavano il cammino interiore verso il Signore per mezzo dell’amore e dello yoga.

• Gesù compiva molti miracoli a causa dei suoi poteri o siddhis. I siddha facevano lo stesso. Le persone comuni dissipano la loro energia attraverso i sensi governati dai desideri. Chi realizza la presenza del Signore all’interno di sé stesso ha accesso al potere e alla coscienza illimitati. Nel suo stato non manifesto e potenziale la si conosce come kundalini. Quando questa potenza viene risvegliata, si diventa lo strumento del Divino.

• Gesù ha passato 40 giorni nel deserto in meditazione e in preghiera. Di conseguenza ha ottenuto grandi poteri.

I siddha facevano tapas (penitenza) e ottenevano i siddhis (poteri). Nella tradizione yogica, un periodo di penitenza di 40 giorni ha un significato particolare.

• Come Gesù, i siddha dimostravano un interesse certo per le questioni sociali. Gesù ha lasciato Giovanni Battista per tornare nelle zone urbane dove frequentava gli esattori e altre persone sfortunate. Incoraggiava i movimenti di controcultura verso la tradizione stabilita. I siddha cercavano di mostrare a tutti il cammino verso il Signore, insegnando cosa evitare e cosa fare, soprattutto per mezzo dello yoga, l’igiene e la medicina.

• Gesù ha accettato Maria Maddalena come discepolo quando le ha permesso di lavare e ungere i suoi piedi. Ha iniziato i suoi migliori discepoli, come Tommaso, agli insegnamenti esoterici, che li hanno aiutati in seguito a realizzare l’Essere Supremo, al di là del Dio creatore.

I siddha hanno dato prova del loro abbandono verso i loro guru, lavando, ungendo e toccando i loro piedi. Hanno iniziato i loro discepoli alle tecniche avanzate dello yoga per allargare la loro coscienza e raggiungere la realizzazione del Sé.

• Gesù non era solo un maestro o un rabbino per i suoi discepoli, ma un Dio-uomo che restava un enigma per tutti i suoi discepoli diretti. Essi hanno cercato di comprendere i suoi insegnamenti, le sue parabole e lo consideravano a volte come un profeta, o come il Messia, a volte come l’uomo che aveva ricevuto l’unzione, che li avrebbe liberati dalla tirannia romana. All’inizio del cristianesimo, la loro confusione ha provocato la formazione di una moltitudine di sette. Nel IV secolo, la Chiesa ha definito il dogma e il Credo cristiani alleandosi all’imperatore romano che voleva unificare l’impero cristiano e l’impero romano. Furono allora dichiarati eretici tutti quelli che non ubbidivano al suo dogma.

I siddha erano dei guru (coloro che dissipano le tenebre) che mostravano il cammino del Signore. Erano anche venerati come incarnazione della divinità. Essi insistevano sul valore della esperienza spirituale interiore di ciascuno, piuttosto che sulla autorità dei Veda (testi sacri). Per questa ragione l’ortodossia li condannava. I siddha rimangono un enigma per la maggior parte degli indu.

In questo libro, esploreremo e confronteremo tutti questi punti e altri, per poter chiarire le domande: Chi era Gesù? e Quale è il modo migliore per comprendere i suoi insegnamenti?


Perché i cristiani dovrebbero studiare lo yoga?

Lo studio e la pratica dello yoga rendono un cristiano un cristiano migliore. Essi conferiscono una esperienza spirituale preziosa, la tranquillità di spirito, l’energia e la buona salute essenziali per realizzare gli obiettivi della vita tanto dei credenti che dei razionalisti. Così come Budda non era buddista, così Cristo non era cristiano. Budda era sicuramente uno yogi che si è messo alla ricerca della causa e del rimedio alla sofferenza umana con lo studio della filosofia. Chi sono? Da dove sono venuto e dove vado? Perché esiste il male? Cosa c’è dopo la vita? In questo spirito, lo yoga può essere considerato come il lato pratico di tutte le religioni. Non comporta alcun dogma nè alcun credo restrittivo. Non è una religione. Lo si può considerare come una filosofia aperta, in quanto accetta molti approcci alla Verità. E’ generalmente riconosciuto come uno dei sei sistemi principali della filosofia dell’India. In questo modo risponde perfettamente alle raccomandazioni di papa Giovanni Paolo II, cioè che i cristiani dovrebbero studiare la filosofia, particolarmente le filosofie orientali, per diventare cristiani migliori. La sua enciclica Fides et Ratio dà la risposta dettagliata a questa domanda. Papa Giovanni Paolo II dice che:

“In Oriente, come in Occidente, si può distinguere un percorso che, lungo i secoli, ha portato l’umanità ad avvicinarsi progressivamente alla verità e a confrontarsi con essa. E’ un percorso che si è svolto - non poteva essere altrimenti - nel campo della coscienza personale di sé: più l’uomo conosce la realtà e il mondo, più conosce sé stesso nella sua unicità, mentre diventa sempre più pressante per lui la domanda del senso delle cose e della sua esistenza stessa. Ciò che si presenta come oggetto della nostra conoscenza fa anche parte della nostra vita. Il consiglio Conosci te stesso era scolpito sull’architrave del tempio di Delfi, per testimoniare una verità fondamentale che deve essere presa come regola minima da parte di tutti gli uomini che desiderano distinguersi in seno alla creazione, qualificandosi come “uomo” precisamente perché egli “conosce se stesso.””

Lo yoga è un modo di conoscere sé stessi. Dal livello più grossolano ai livelli più sottili ci dà i mezzi per conoscere le finezze più alte e più eteree della sostanza materiale. Ci può portare oltre i limiti dei nostri sensi, dei pensieri della nostra mente e anche al di là della nostra coscienza più sottile, all’Amore-Forza che vi sta dietro. Esamina i principi fondamentali e le leggi del cosmo, il loro obiettivo e la loro influenza sull’evoluzione divina. Esplora la maniera in cui il principio della grazia agisce nella vita attraverso il corpo, la mente, il sistema nervoso e gli organi vitali.

Lo yoga ci può anche insegnare come accettare la sofferenza nella nostra vita e il modo di superarla. I siddha non erano né pessimisti né illusi. Vedevano il mondo come un insieme di divisione, di oscurità, di limitazione, di desiderio, di lotta, di dolore e di splendore, di bellezza e di verità. Riconoscevano la mente come uno strumento dell’anima imprigionata in essa. L’idea del io sono è una potente forza creatrice che l’anima possiede per liberarsi da questa prigione. La realizzazione profonda del io sono è un modo potente di conoscerci come veramente figli di Dio. Secondo i siddha noi condividiamo la coscienza con Dio. Ma le persone che comprendono e assorbono questa verità sono molto rare. Dio è dietro tutto ciò che esiste come il Testimone Eterno. Ma questa Coscienza Suprema può esprimersi perfettamente nel mondo fenomenico solo in colui che si è armonizzato integralmente con la Verità stessa. Un siddha è colui che ha realizzato questo, che ha elevato il suo corpo e la sua anima a una nuova identificazione con la perfezione assoluta. Ciò è possibile soltanto quando si rigetta l’identificazione con lo stato mentale imperfetto della manifestazione e della coscienza fisica. Un siddha si è sottomesso alla Coscienza Suprema in tutti i piani, dal fisico fino allo spirituale. Gesù poteva identificarsi con questi esseri. Egli ha lasciato la sua forma umana imperfetta per entrare in una nuova coscienza e un nuovo essere.

Lo yoga insegna che la realtà imperfetta della esistenza umana è solo una visione della mente, la mente limitata del desiderio, della divisione, dell’oscurità, della lotta e della sofferenza. E per superarla, la mente deve arrivare ad aspirare alla perfezione che la supera. La mente di un uomo deve cercare l’unione con un ideale di perfezione e armonizzarsi totalmente con quello. Questo processo esige l’abbandono completo all’Essere, la Coscienza e la Beatitudine supremi.


Gli obiettivi di questo libro

Questo libro è rivolto ai seguenti lettori:

1. I cristiani che si interessano al confronto tra gli insegnamenti spirituali orientali con quelli del cristianesimo.

2. Gli studenti dello yoga spirituale, altrimenti conosciuto come yoga classico e tantra e agli studenti e praticanti della meditazione all’interno di altre discipline spirituali.

3. Gli studiosi seri della Bibbia, tra cui quelli che si interessano alla domanda: “Cosa ha veramente insegnato Gesù prima della formulazione del dogma cristiano?”

Gli obiettivi di questo libro sono ugualmente:

1. Dimostrare che quello che Gesù insegnava nelle sue parabole e parole, era notevolmente simile a quello che i maestri dello yoga, i siddha, insegnavano nello stesso modo.

2. Esplorare le implicazioni di questi insegnamenti paralleli per quelli che cercano di applicarli nella propria vita, non tanto per ottenere delle conoscenze su Dio, ma per sapere come conoscere Dio, grazie a stati superiori di coscienza.

3. Mostrare come le scoperte di antichi manoscritti e la loro analisi con i metodi scientifici moderni da parte di specialisti indipendenti, offrono una nuova visione sugli insegnamenti originali di Gesù.

4. Dimostrare perché le parole di Gesù che circolavano oralmente nel corso dei primi decenni dopo la sua crocifissione prima di essere registrate, sono probabilmente la fonte più autentica di cui disponamo oggi, dei suoi insegnamenti. Essi si limitano a qualche dozzina di parabole, aforismi e sagge risposte che sono state ripetute spesso nella tradizione orale durante due o tre decenni prima di essere finalmente registrate dagli scrittori anonimi dei vangeli.

5. Dimostrare come gli insegnamenti originali di Gesù, come sono stati registrati nelle sue parole e parabole, si sono oscurati quando il cristianesimo ha cominciato a definirli in termini di dogmi e di credo.

6. Esplorare la domanda: Chi era Gesù, in base alle dichiarazioni che sono considerate come le più autentiche da molti specialisti moderni.

7. Esplorare le domande: Dove si trova il Regno dei Cieli? e Come si può raggiungerlo? in base alle dichiarazioni che sono considerate come le più autentiche da molti specialisti moderni.

8. Rispondere alla domanda: Perché gli insegnamenti di Gesù vanno contro la natura umana comune?


 

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